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CRONOLOGIA DELL'OPERA SCIENTIFICA DI ENRICO FERMI                         351

         di legno avvolte in sottili fogli di cadmio (un potente assorbitore di neutroni, come Fermi
         e il suo gruppo avevano scoperto a suo tempo) vengono inserite all'interno della pila per
         tenere sotto controllo la reazione. Fermi assume la direzione delle operazioni alla presenza
         di circa quaranta persone, quasi tutti scienziati del Metallurgical Laboratory. Fermi ha
         predisposto una serie di operazioni per raggiungere la soglia critica gradualmente e in
         modo perfettamente controllabile. L'ultima barra di cadmio viene estratta pezzo dopo
         pezzo. Ogni volta si procede con la misura dell'aumento del flusso dei neutroni. Fermi
         utilizza il regolo e i grafici per decidere le dimensioni del passo successivo, migliorando
         di volta in volta la sua capacità di previsione. Il processo converge rapidamente verso il
         punto critico e le sue capacità di previsione si fanno più accurate. Al momento di fare il
         passo finale Fermi è perfettamente sicuro che la pila raggiungerà la criticità. In effetti,
         una volta estratta completamente la barra la pila diventa critica: ha luogo la prima
         reazione a catena autosostenuta nella storia dell'uomo. Leo Szilard, che tanto aveva
         fatto per spingere a utilizzare l'energia nucleare, commenta: "Questo è un giorno infausto
         per la storia dell'uomo", mentre Fermi, nel rapporto mensile di dicembre (Experimental
         Production of a divergent Chain Reaction [Esperimento di produzione di una reazione a
         catena divergente]) che verrà declassificato soltanto dieci anni dopo, scrive semplicemente:
         "La struttura per la reazione a catena è stata completata il 2 dicembre e da allora ha
         continuato a funzionare in modo soddisfacente" .


         1943

            Ciò che più emoziona Fermi non sono tanto le possibilità aperte dal funzionamento
         della pila circa la produzione di energia nucleare e di ordigni atomici, obiettivi che molti
         altri si apprestano a perseguire, ma piuttosto le eccezionali possibilità offerte dalla pila in
         quanto nuovo e straordinario apparato sperimentale. In effetti la pila è uno stupefacente
         moltiplicatore di neutroni di potenza quasi illimitata; basta cambiare di poco il numero
         di neutroni e immediatamente si ottiene un effetto moltiplicativo dell'ordine del milione.
         La pila permette un'analisi della purezza dell'uranio, uno studio accurato del reticolo
         uranio-grafite, tutto lavoro per fisici: un nuovo apparato da calibrare, misure da esegui-
         re, nuovi metodi da sviluppare, limiti da esplorare, nuovi effetti da osservare, risultati da
         interpretare. Per un bel po' di tempo Fermi ha troppo da fare per occuparsi di comitati.
         Appena tre settimane dopo viene pubblicata la prima relazione sull'attività sperimentale
         messa in piedi da Fermi insieme ai gruppi di Herbert Anderson e Walter Zinn, seguono
         una serie di relazioni mensili sullo stato delle ricerche. Dopo tre mesi le potenzialità della
         pila sono state esplorate in lungo e in largo, ormai si sa come ricostruirla con una serie
         di miglioramenti: per la fine di maggio la pila di Chicago viene rimontata nel laborato-
         rio delle Argonne. Anderson ricorda bene lo stile di lavoro di Fermi: "Egli cominciava
         con sicurezza le sue ricerche nella giusta direzione; eliminando gli elementi marginali e
         individuando subito quelli più importanti, riusciva a estrapolare l'essenza della questione
         [ ... ] il suo approccio alle cose era sempre il più semplice possibile, e non si impegnava
         mai in una costruzione più complessa o in misurazioni più precise di quanto non fosse
         strettamente necessario alla soluzione del problema che gli stava davanti". Del gruppo
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